Categoria: Neurochirurgia

La malattia di Parkinson è una malattia del cervello causata dalla mancanza di produzione di ormoni dopaminergici nel corpo. È visto principalmente in età avanzata e si manifesta attraverso tremori nel corpo. È una malattia che rallenta i movimenti della persona e influisce negativamente sulla sua vita quotidiana, provocando rigidità nei muscoli. Causa difficoltà nei comportamenti alimentari della persona. Pertanto, diminuisce notevolmente la qualità della vita.

Come viene trattata la malattia di Parkinson?

Poiché i sintomi della malattia sono causati dalla mancanza di secrezione di dopamina, i sintomi della malattia possono spesso essere controllati con i farmaci. Il trattamento chirurgico è la soluzione definitiva per le persone in cui la terapia farmacologica non è efficace. La domanda se esiste un trattamento chirurgico per il morbo di Parkinson viene spesso posta. Il Parkinson può essere trattato con un batteria cerebrale.

Cos’è la stimolazione cerebrale profonda?

La stimolazione cerebrale profonda, nota anche come batteria cerebrale, è un’operazione che sta diventando sempre più comune nel mondo medico. Con la stimolazione cerebrale profonda, i microelettrodi ad alta frequenza vengono posizionati in una delle due regioni del cervello, fornendo stimolazione elettrica.

La stimolazione cerebrale profonda mira a ridurre in modo significativo i sintomi della malattia nel morbo di Parkinson. La chirurgia del batteria cerebrale nel Parkinson rallenta la progressione della malattia.

La stimolazione cerebrale profonda curerà il Parkinson?

Nei casi in cui la malattia di Parkinson non può essere trattata con farmaci, è possibile eseguire un intervento chirurgico. In questo caso, i pazienti ei loro parenti possono chiedersi se la malattia di Parkinson possa essere corretta mediante intervento chirurgico. La stimolazione cerebrale profonda regola il segnale mancante causato dalla carenza di dopamina nei pazienti con Parkinson. La chirurgia ha dimostrato di essere un metodo chirurgico sicuro ed efficace per i malati di Parkinson. È un metodo di trattamento importante per i pazienti che sono resistenti ai farmaci, che sono affetti dagli effetti collaterali dei farmaci e che non possono farne uso.

Come viene applicata la stimolazione cerebrale profonda nella malattia di Parkinson?

La chirurgia di stimolazione cerebrale profonda nella malattia di Parkinson inizia con l’imaging dettagliato del cervello con risonanza magnetica. La mattina dell’operazione, le immagini della tomografia cerebrale vengono scattate con una cornice speciale posizionata sulla testa del paziente e le immagini di risonanza magnetica vengono combinate con questa immagine. In questa fusione, viene determinato il punto di destinazione. Il punto di destinazione ha coordinate tridimensionali. I punti target vengono trovati applicando l’anestesia locale al paziente e gli elettrodi vengono posizionati. Nella parte successiva dell’intervento, il paziente viene portato in anestesia generale e una batteria viene posizionata sotto la pelle nella zona del torace. L’intervento si completa collegando questa batteria agli elettrodi posti nel cervello. Il tempo della procedura è di 5 o 6 ore.

Chi riceve un batteria cerebrale per il trattamento del Parkinson?

Nella malattia di Parkinson, il trattamento farmacologico viene avviato per primo. La terapia farmacologica è efficace nei pazienti con Parkinson. Tuttavia, nei pazienti che sono resistenti ai farmaci e non possono essere corretti con i farmaci, un pacemaker cerebrale può essere applicato ai pazienti con malattia di Parkinson tra 5 e 7 anni dopo l’insorgenza della malattia. Tuttavia, ai pazienti non dovrebbe essere diagnosticato un disturbo psichiatrico disabilitante per il pacemaking cerebrale. Il medico decide se l’intervento chirurgico è adatto al paziente in base all’anamnesi della malattia e alle condizioni generali del paziente.

Nei pazienti dopo il trattamento di Parkinson;

• I comportamenti involontari come tremori e spasmi dovuti al morbo di Parkinson sono significativamente ridotti.
• Il rallentamento dei movimenti nei pazienti con Parkinson è significativamente controllato dopo l’applicazione del pacemaker cerebrale,
• I pazienti continuano a usare i loro farmaci. Inoltre, le dosi dei farmaci sono spesso ridotte.